EDITORIALE – Che la Roma non fosse diventata una corazzata invincibile nel breve giro di qualche settimana lo si sapeva anche prima del 3 a 2 di Verona. Ma la sconfitta del Bentegodi fa comunque male, perchè ci riporta un po’ tutti alla realtà. E la realtà ci dice che la Roma ha ancora quei brutti vizi che ci siamo portati dietro per anni, e dai quali sarà più complicato del previsto affrancarci.

La squadra difensivamente è ancora troppo fragile: quando viene attaccata, va in evidente affanno. E’ successo con la Fiorentina (in dieci) nella gara d’esordio, è successo con il Sassuolo in maniera ancora più lampante, e perfino contro il CSKA Sofia la squadra ha avuto dei momenti di fragilità.

L’aver incassato tutti questi gol (e bisogna ringraziare Rui Patricio per non averne presi altrettanti) non avrà di certo fatto felice Mourinho, un allenatore che ama concludere le partite con gli ormai famosi “clean sheet”, cioè con la porta inviolata. Mou è sempre stato un tecnico che cura molto la fase difensiva, e questo ci conforta. Perchè incassare tre gol nel giro di venti minuti da una squadra che fino ieri aveva zero punti in classifica è un segnale preoccupante.

La Roma ha evidenti problemi a centrocampo e sulle corsie laterali, lacune che erano ben chiare all’allenatore anche prima della fine del mercato. Purtroppo però non è stato possibile fare di più in sede di calciomercato, e ora dobbiamo fare i conti con una coperta molto corta: Diawara e Villar non piacciono al tecnico, ancora meno considerato l’americano Reynolds. Di fatto i giallorossi si trovano ad affrontare questa prima metà di stagione con un solo terzino destro di ruolo, e con due centrocampisti centrali di cui il tecnico si fida.

Un problema da non sottovalutare, se si pensa a tutti gli impegni ravvicinati che ci attendono da qui a gennaio. “Abbiamo dei limiti, devo pregare San Pietro per non avere infortuni. La differenza fra noi e le altre top squadre sta nelle opzioni in panchina, è una realtà“, le dichiarazioni di Mourinho dopo la partita vinta in Conference League. Parole che non lasciano spazio a molte interpretazioni sul suo pensiero riguardo alla profondità della rosa della Roma in certi reparti.

Lacune che l’avvio entusiasmante di stagione aveva mascherato, ingannando un po’ tutti. Ma non lui. Lo Special One, dopo una vittoria per 5 a 1, ha pensato bene di lanciare il suo avvertimento per riportare tutti con i piedi per terra. Riuscendoci solo in parte. A farlo con più efficacia c’ha pensato il Verona, che con quei tre gol ha messo a nudo i difetti di una Roma ancora incompleta.

Le prossime tre partite, Udinese, derby ed Empoli, ci diranno un po’ più chiaramente se la gara del Bentegodi è stato un semplice incidente di percorso, e se la squadra è davvero pronta per fare lo step successivo. Quello che serve per raggiungere la zona Champions, vero grande obiettivo di questa stagione.

Giallorossi.net – A. Fiorini