ULTIME NOTIZIE AS ROMA TORINO ABRAHAM – Il destro di Abraham entra direttamente in classifica. E tiene in alto la Roma che, con il gol del suo centravanti, vince contro il Torino (1-0) e consolida il suo quinto posto. Così guadagna punti sulle principali rivali nella corsa Champions, più 4 su Juve, Lazio e Fiorentina (e Bologna), restando in scia dell’Atalanta quarta e avanti sempre di 3 punti, scrive Il Messaggero.

Il successo, dunque, è prezioso. Conquistato con una prestazione che è piaciuta ai quasi cinquantamila dell’Olimpico. Che hanno applaudito al carattere, al cuore e alla personalità del gruppo, in piena emergenza a centrocampo. Chi è stato chiamato in causa ha risposto proprio come chiede Mourinho. La sofferenza c’è stata, ma Rui Patricio ha avuto la giusta protezione. Con Smalling capace di guidare la difesa e fondamentale per l’idea di calcio dello Special One. Che punta forte sull’equilibrio e sulla solidità, anche grazie al nuovo sistema di gioco, il 3-5-2 con cui è arrivata la terza vittoria di fila (tris senza prendere reti) dopo quelle contro il Genoa e lo Zorya.

Mourinho, quindi, ha fatto la sua scelta, scrivendo il copione che meglio può essere interpretato dai giocatori al momento a sua disposizione. Così ha piazzato Diawara, titolare al posto dello squalificato Veretout, davanti alla difesa e, come a Genova, ha usato Pellegrini e Mkhitaryan da interpedi. Loro sanno sdoppiarsi. Giocano entrambi da mezzala e al tempo stesso da trequartista.

Ma José ha preteso che la Roma fosse prudente contro il 3-4-2-1 di Juric. E l’ha abbassata al completo sotto palla. Con Karsdorp ed El Shaarawy a lavorare sulle corsie perchè Singo e Vojvoda sono intraprendenti. E Diawara ad aiutare i tre centrali difensivi contro Praet e Brekalo che piombano spesso alle spalle di Belotti: il pomeriggio, insomma, non è stato tranquillo per Mancini, Smalling e Ibanez. Il piano giallorosso si è poi complicato quando dopo 15 minuti Pellegrini si è fermato da un risentimento muscolare alla coscia destra. Spazio a Perez, come giovedì contro lo Zorya. Ma senza sbilanciare il sistema di gioco. Meglio aspettare.

Il Torino arriverà all’intervallo con una netta superiorità nel possesso palla: 65 per cento (e alla fine sarà addirittura 66). Sotto di un gol, però. Abraham, inizialmente prezioso soprattutto davanti a Rui Patricio, ha fatto la differenza al primo tentativo, colpendo all’improvviso la seconda miglior difesa della serie A (ora 14 reti). La ripartenza è perfetta, iniziata da Ibanez. Garbata la carezza di Mkhitaryan anche per il velo di Zaniolo che ha permesso al centravanti di ritrovarsi solo davanti a Milinkovic. Destro e vantaggio. El Shaarawy ha preparato anche il possibile raddoppio. Lo atterra Buongiorno in area. Il rigore è netto e Chiffi è svelto a concederlo. Ci sono voluti invece più di quattro minuti per cambiare la decisione dell’arbitro. Il black out al centro Var di Lissone ha posticipato il verdetto: fuorigioco di rientro, davvero minimo, di Abraham che avrebbe dovuto calciare nonostante Zaniolo gli abbia chiesto di lasciargli il rigore.

Mourinho ha poco da inventarsi. Stessa strategia del primo tempo puntando sulla solidità del suo 3-5-2, bilanciato e anche organizzato. La panchina, del resto, non può aiutarlo. È a centrocampo che la Roma non ha più ricambi. Fuori Cristante, Veretout, Villar e Pellegrini, sono rimasti solo i ragazzini Darboe e Bove. Non è il caso di rischiarli contro l’esperto Juric che, invece, sa a chi appoggiarsi. Sta male Djidji. Ecco subito Zima. Più avanti farà entrare anche Baselli, Pjaca e Zaza. E nel finale anche Sanabria per Belotti che si fa male: gli tira il muscolo della coscia destra.

Il Torino è in pieno controllo, ma la difesa giallorossa tiene. Dietro il migliore è Smalling, padrone nel gioco aereo e robusto nell’uno contro uno. Anche Mancini e Ibanez si comportano bene. Lo stesso Diawara è efficace nelle fasi cruciali. Robusto nei contrasti. Le occasioni d’oro ancora in contropiede. Mkhitaryan, dopo aver assistito Abraham, ci prova con El Shaarawy che però conclude alto. Come poi fa Zaniolo, scatenato nel coast to coast. Le sostituzioni solo per chi proprio non ce la fa più. Chi si adatta e soffre, come El Shaarawy, dentro Viña, e Perez, ecco Kumbulla. L’assedio granata continua nel lungo reupero. Nessun rischio, però. Il muro è Special.

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