LR24 ( AUGUSTO CIARDI ) – Obiettivo comune dei tifosi della Roma, nelle ultime trentasei ore, è stato Gian Piero Gasperini , uno che ha il pregio di mettere d’accordo tutte le tifoserie d’Italia, unite nel non sopportarlo (eufemismo). In ambito locale, i destinatari delle sue frasi replicano in modo furente. Stavolta è toccato alla piazza romanista, a seguito delle penose dichiarazioni post Salernitana-Atalanta, coi riferimenti imbarazzanti sulle cause degli stop alle partite , chiamando in causa morti e codici gialli. Apriti cielo.
Chiunque si è sentito in dovere di dire la propria, convinto di aggiungere qualcosa di inedito all’ovvio. Ma all’ovvio non c’è mai nulla da aggiungere che non sia altrettanto ovvio. Ovvio, lo si fa per raccattare consensi. Perché in un mondo normale è impossibile individuare qualcuno che sia d’accordo col tecnico atalantino. Il problema è un altro. Esce dal locale ed entra nell’ambito dell’ informazione nazionale . Le cosiddette grandi firme, quelle belle appuntite che in cambio di gettoni succulenti spesso vergano corsivi al tritolo per abbattere a turno allenatori risultatisti e, a volte, giochisti , dove diavolo sono finite negli ultimi due giorni? Perché gli stessi che magari sguinzagliano esperti di labiale affinché venga squalificato per bestemmia Cristante , los Indignados di professione, davanti all’ultimo sproloquio hanno fatto spallucce?
Zero repliche quando Gasperini ha partorito quella bestialità, zero editoriali al mattino dopo in edicola o negli spazi di commento televisivi, radiofonici, da diretta social. Un silenzio tanto grande da essere inversamente proporzionale al successo al botteghino di certi organi di informazione. La sete di sangue mostrata quando c’era da bastonare a suon di corsivi la foto con un ghiacciolo in bocca di un allenatore, è stata saziata? Tutto lì? Non una presa di posizione ferma? Decisa? Zero.
Passi lo stagista che al cospetto di un protagonista del calcio si inibisce e non mostra favella perché ha paura di essere segato dai superiori, che vedrebbero in una sua replica un ostacolo lungo la strada del core business, perché i protagonisti del calcio e i club sono particolarmente permalosi. Ma dai “fior fior” di opinion leader sarebbe lecito aspettarsi qualcosa di diverso. Anche perché la carta costa e sprecarla è un peccato. Ed è stato mortificante il giorno dopo sfogliare pagine su pagine di molti organi di informazione per leggere soltanto editoriali sul mercato del Milan , quello dell’Inter, un altro sulla tattica e sulla mentalità , altri ancora su corse di biciclette, partite di tennis e infine altri scritti in soccorso dei club che hanno paura che lo stato passi i loro bilanci al setaccio. Su Gasperini , manco una traccia. La prossima volta speriamo dica certe cose mangiando un ghiacciolo, o quantomeno un cremino. Forse assisteremmo a dei risvegli di lazzariana memoria.
In the box – @augustociardi75LR24 ( AUGUSTO CIARDI ) – Obiettivo comune dei tifosi della Roma, nelle ultime trentasei ore, è stato Gian Piero Gasperini , uno che ha il pregio di mettere d’accordo tutte le tifoserie d’Italia, unite nel non sopportarlo (eufemismo). In ambito locale, i destinatari delle sue frasi replicano in modo furente. Stavolta è toccato alla piazza romanista, a seguito delle penose dichiarazioni post Salernitana-Atalanta, coi riferimenti imbarazzanti sulle cause degli stop alle partite , chiamando in causa morti e codici gialli. Apriti cielo.
Chiunque si è sentito in dovere di dire la propria, convinto di aggiungere qualcosa di inedito all’ovvio. Ma all’ovvio non c’è mai nulla da aggiungere che non sia altrettanto ovvio. Ovvio, lo si fa per raccattare consensi. Perché in un mondo normale è impossibile individuare qualcuno che sia d’accordo col tecnico atalantino. Il problema è un altro. Esce dal locale ed entra nell’ambito dell’ informazione nazionale . Le cosiddette grandi firme, quelle belle appuntite che in cambio di gettoni succulenti spesso vergano corsivi al tritolo per abbattere a turno allenatori risultatisti e, a volte, giochisti , dove diavolo sono finite negli ultimi due giorni? Perché gli stessi che magari sguinzagliano esperti di labiale affinché venga squalificato per bestemmia Cristante , los Indignados di professione, davanti all’ultimo sproloquio hanno fatto spallucce?
Zero repliche quando Gasperini ha partorito quella bestialità, zero editoriali al mattino dopo in edicola o negli spazi di commento televisivi, radiofonici, da diretta social. Un silenzio tanto grande da essere inversamente proporzionale al successo al botteghino di certi organi di informazione. La sete di sangue mostrata quando c’era da bastonare a suon di corsivi la foto con un ghiacciolo in bocca di un allenatore, è stata saziata? Tutto lì? Non una presa di posizione ferma? Decisa? Zero.
Passi lo stagista che al cospetto di un protagonista del calcio si inibisce e non mostra favella perché ha paura di essere segato dai superiori, che vedrebbero in una sua replica un ostacolo lungo la strada del core business, perché i protagonisti del calcio e i club sono particolarmente permalosi. Ma dai “fior fior” di opinion leader sarebbe lecito aspettarsi qualcosa di diverso. Anche perché la carta costa e sprecarla è un peccato. Ed è stato mortificante il giorno dopo sfogliare pagine su pagine di molti organi di informazione per leggere soltanto editoriali sul mercato del Milan , quello dell’Inter, un altro sulla tattica e sulla mentalità , altri ancora su corse di biciclette, partite di tennis e infine altri scritti in soccorso dei club che hanno paura che lo stato passi i loro bilanci al setaccio. Su Gasperini , manco una traccia. La prossima volta speriamo dica certe cose mangiando un ghiacciolo, o quantomeno un cremino. Forse assisteremmo a dei risvegli di lazzariana memoria.
In the box – @augustociardi75