AS ROMA NEWS DE ROSSI«Le regole devono essere sempre uguali, altrimenti diventa difficile per noi e più facile per chi gestisce. Ho sentito Marelli (ex arbitro, ora commentatore di Dazn; ndr) dire che si poteva fischiare o no, ma quali sono le regole? Ho visto fischiare tantissimi rigori con impatti meno forti ed energici. Io a calcio ho giocato: non so più se è più grave uno che ti frana addosso o uno che ti sfiora il piede con quello che ora chiamano step on foot», riferisce il Corriere della Sera.

È Daniele De Rossi ma sembra José Mourinho. L’allenatore, dopo Lecce-Roma 0-0, si è fatto sentire sull’episodio del rigore non concesso dall’arbitro Marcenaro (che Mou aveva definito «emotivamente instabile») per il doppio intervento di Blin e Falcone su Zalewski. Come lo Special One, DDR ha rimarcato non solo l’episodio in questione ma ha ricordato altre circostanze che hanno penalizzato la Roma, come il rigore concesso a Firenze per un contatto lieve di Paredes su Belotti o il gol di Acerbi all’Olimpico viziato da una posizione di fuorigioco di Thuram, ritenuta ininfluente.

Una posizione che è stata apprezzata dai tifosi, che però sui social e nelle radio hanno sottolineato ancora una volta come manchi una voce forte della società e come De Rossi sia stato lasciato solo, allo stesso modo di Mourinho prima di lui. La protesta, insomma, va bene, ma deve partire dalla società.

La spiegazione data lunedì sera su Dazn dell’ex arbitro Antonio Damato e ora componente della Can – che i tifosi romanisti ricordano bene per essere stato l’arbitro di un Roma-Samp che il 25 aprile 2010 tolse lo scudetto ai giallorossi anche a causa della mancata concessione di un rigore per fallo di mani di Zauri, quando la Roma era in vantaggio 1-0 – ha fatto arrabbiare ancora di più i romanisti.

«Non c’è imprudenza, noi preferiamo che questi calci di rigore non vengano assegnati», le sue parole dopo aver ascoltato le conversazioni tra Marcenaro («Per me aveva già calciato poi sinceramente non ho visto, controllate») con Var (Paterna) e Avar (Di Paolo), che lo hanno rassicurato. «Stiamo controllando. Non è un contatto. È il portiere che lo prende? Diventa un contrasto di gioco, non vedo imprudenza». I tifosi della Roma, che evidentemente la pensano in modo del tutto diverso, vorrebbero conoscere il pensiero della società, che però continua a tacere.

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